Una veduta invernale del tratto sterrato della strada verso l’ex monastero camaldolese di San Giovanni Battista alla Cella, a circa un chilometro si trova un ampio parcheggio da cui parte il sentiero più breve per l’eremo.
La vista dell’eremo dal sentiero che proviene da Balze di Verghereto. Il sentiero che venne fatto costruire da Lepoldo II di Toscana, a motivo di una grazia ricevuta.
Una foto suggestiva dell’eremo ripresa dal sentiero che sale dal parcheggio (strada per la Cella).
Il portico antistante la chiesetta dell’eremo.
L’ingresso della chiesa.
Una bella foto dell’interno della chiesetta.
L’altare laterale con il quadro che raffigura il miracolo della fonte. Nella teca una reliquia di Sant’Alberico
La tomba di Don Quintino che si trova di fronte all’ingresso della chiesetta.
Un angolo di pace e silenzio con la tomba di Fratel Vincenzo.
La statua della Madonna della Provvidenza, eseguita dai F.lli Catani, noti intagliatori della pietra serena ad Alfero.
Il Vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina celebra la S. Messa il giorno della festa del Santo Alberico (29 agosto 2008).
Il Vescovo della Diocesi di Cesena-Sarsina impartisce la benedizione in attesa di scoprire il Crocifisso di San Damiano realizzato dal maestro Alberto Angeli di Mercato Saraceno (29 agosto 2008).
Un primo piano del celebre Crocifisso di San Damiano. Sotto il tabernacolo realizzato dai F.lli Catani di Alfero, inaugurato il 29 agosto 2009.
Un primo piano del tabernacolo.
Stele raffigurante il miracolo dell’acqua operato dal santo.
Il Servo di Dio don Quintino ai tempi della sua permanenza all’eremo di Sant’Alberico.
Un ritratto di don Quintino eseguito dal maestro Giuseppe Afrune (29 maggio 2007).
Una rara foto di Fratel Vincenzo Minutello.
Fratel Michele Falzone
Nieves del Soccorso, cane San Bernardo che ha vissuto all’eremo
Una veduta di una “celletta” dell’eremo.
Il refettorio.
Acquerello del 1788 di Francesco Mazzuoli “Veduta della Cella di Sant’Alberico”. N.B. il quadro si riferisce alla Cella, inteso come Monastero della Cella dedicato a San Giovanni Battista, non all’eremo. Si veda foto successiva.
La valle della Cella che si incontra proseguendo lungo la sterrata, dopo il parcheggio per l’eremo. In fondo il famoso Monastero della Cella, appartenuto a lungo all’Ordine dei Camaldolesi e che venne fondato da San Romualdo, prima come ospizio e poi come monastero (dedicato a San Giovanni Battista). La località, nei tempi antichi è descritta spesso come “inter Pares”, in quanto era nel mezzo di due rami del torrente Para.