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Madonna del Latte


MADONNA DEL LATTE
Eremo di s.Alberico




Per tutti coloro che desiderano e lottano per avere un figlio chiedano la grazia alla Madonna nostra Madre.


PREGHIERA DEI CONIUGI
Scenda larga la tua benedizione Signore della vita sulla nostra famiglia che chiede per intercessione di Maria tua e nostra madre di avere dei figli, cosi che possiamo godere della missione di sposi e di educatori insegnando loro l'amore che nasce dal vangelo e dalla chiesa.
Amen. (3pater-ave-gloria)

Da recitarsi tutti i giorni meglio con il proprio marito o compagno




per soddisfare alle numerose richieste di maternità e paternità ed aiuto a bambini in difficoltà è stata realizzata la grande icona della Madonna del Latte, l’impegno profuso è stato grande, il risultato splendido.
Nonostante la generosità di molti, siamo molto lontani dal completare il valore dell’opera, se vuoi collaborare alla sua estinzione, contatta direttamente l’eremita.

Giambattista eremita di s.Alberico








Grotta del Latte Dalla parte orientale del colle nel quale si erge la Basilica della Natività, si trova la Grotta del Latte, detta in arabo "Magharet Sitti Mariam", la grotta della Signora Maria. Il luogo è raggiungibile percorrendo una stradina che prosegue lungo il lato sud della Basilica (Tarik Magharet el Halib, via della Grotta del Latte) che parte dalla piazza centrale di Betlemme. Secondo una leggenda del VI sec., la Madonna si nascose qui durante la strage degli Innocenti, allontanandosi dalla mangiatoia, dove aveva messo al riparo il Bambino, dai persecutori mandati da Erode. Questa leggenda scomparve presto e fu sostituita da un’altra. S. Giuseppe, avvertito da un angelo del pericolo che incombeva sul Bambino e della necessità di trasferirsi in Egitto, si mise subito a fare i preparativi per il viaggio e sollecitò la vergine che stava allattando. Alcune gocce, nella fretta, caddero a terra e la roccia da rosa divenne bianca. Nel 2007 è stato portato a termine il restauro della Grotta, che ne ha ripulito le pareti e restituito la luce originaria.


La nuova chiesa costruita sopra l'antica Grotta è opera degli architetti Luigi Leoni e Chiara Rovati, lavoro realizzato grazie al sostegno di fedeli slovacchi ed italiani. Sino dal VI sec. si conoscevano, in Europa ed in Oriente, reliquie provenienti da questa grotta: pezzetti di roccia polverizzata e compressa in formette, tipo di confezione che restò poi in uso fino all’inizio del nostro secolo. I più antichi esemplari conosciuti sono due: ed uno ricevuto da Carlo Magno, dopo l’800, e posto in una chiesa della Piccardia. Il vescovo Ascetino portò una di queste reliquie al campo di Baldovino III durante l’assedio di Ascalon del 1123. La roccia aveva assunto proprietà curative, in particolare aveva il potere di far venire il latte alle madri che ne fossero prive. Il primo a notare la credenza popolare fu Perdicca di Efeso (1250): da quel momento la diffusione delle reliquie divenne enorme. A poco a poco causa l’asportazione della roccia, la grotta perse il suo aspetto primitivo e i due vani laterali vennero ingranditi. A parte alcune testimonianze molto antiche, la prima delle quali risale al VI sec., sappiamo per certo che la grotta era venerata già prima dell’arrivo dei Crociati (Daniele – 1106). Dopo le Crociate, una comunità religiosa tenne desto lo speciale culto mariano fino al 1349-1353, epoca in cui i Musulmani danneggiarono gravemente monastero e chiesa.
I Francescani rimisero in onore il Santuario e il luogo di culto a esso collegato. Il loro progetto di fabbricare sopra e dintorno la grotta, una chiesa, un convento, un campanile con campane e un cimitero, come risulta dalla Bolla Inter Cunctos di Gregorio XI, spedita da Avignone il 25 novembre 1375 (Bullarium Franciscanum, Roma 1902), rimase per il lungo tempo inattuato. Soltanto nel 1494 essi poterono compiere dei restauri e rinnovare l’altare. Nel XVI sec. un terremoto fece cadere anche i muri principali degli edifici che erano in condizioni quasi buone, e la grotta restò pressochè sepolta sotto le rovine.
L’ostilità dei greci ortodossi e l’incredibile burocrazia ottomana, che non voleva riconoscere i documenti comprovanti i diritti dei Latini perché erano “troppo antichi”, ostacolarono tutte le iniziative: soltanto nel 1871 i Frati Minori poterono costruire l’ospizio e l’oratorio che oggi vediamo.


Il Santuario è sempre molto venerato e la credenza popolare non si è mai spenta: tuttora, dopo 16 secoli, le donne indigene, sia cristiane che maomettane, pregano qui la Vergine Maria per ottenere latte abbondante per le loro creature.
Gli abitanti del posto hanno espresso la loro devozione ornando la cappella con lavori di madreperla. La facciatina, dono di Arabi cristiani, è un bel lavoro di artigiani locali (1935), che hanno trattato la pietra come madreperla. Notevole è anche l’archetto a metà della scala interna, aggraziato dall’alternarsi di pietre bianche e rosse. Ricerche archeologiche effettuate nella zona hanno portato alla luce tombe bizantine e crociate, testimonianza del culto locale.
Salendo sopra la grotta a destra si possono vedere i resti di mosaici con croci risalenti al V sec. che fanno ipotizzare la presenza di una chiesa. Inoltre si ipotizza che questa zona fosse al tempo di Gesù una zona abitata, che il villaggio fosse da questa parte.

DALLA GROTTA DI BETLEMME